“VQ”

Nella vite vi sono due cervelli. Conoscerli e dominarli è fondamentale per i risultati qualitativi in viticoltura. I due centri nevralgici sono all’estremità della pianta: gli apici vegetativi e quelli radicali. Fra l’altro recentemente le cellule di questi apici, che svolgono funzioni meristematiche (ossia di divisione cellulare e quindi di crescita), sono state definite staminali, come quelle umane o animali. I due centri nervosi sono sottoposti a due attrazioni opposte: alla luce quelli degli apici vegetativi dei germogli (fototropismo positivo) e verso il centro della terra gli apici radicali (geotropismo positivo). Il sole e la terra esercitano pertanto le attrazioni che consentono la fotosintesi, la nutrizione idrica e quella minerale. Ne consegue che la gestione della chioma e dell’apparato radicale influenzano la fisiologia della pianta e la qualità della produzione.

Un esempio: la cimatura taglia gli apici vegetativi. Essa moltiplica le teste pensanti aeree (con la produzione di altri apici), in quanto la vite non può restare acefala. Ma come rispondono gli apici opposti, quelli radicali? Non si possono potare e moltiplicare, tuttavia si possono favorire scegliendo terreni che consentano il massimo sviluppo radicale (circa il doppio della chioma), soprattutto in profondità, dove l’assorbimento idrico è più costante e quello minerale differente rispetto a quello superficiale.

La crescita superficiale delle radici (terreni freschi, fertili, argillosi, compatti) è innaturale, contro l’angolo geotropico fittonante. La Rupestris, ad angolo geotropico stretto, è stato un grande portinnesto, in grado di conferire elevata mineralità ai vini. L’uso di portinnesti ad angolo geotropico ampio è stato un errore, causato dalla necessità di adattare la vite anche a terreni impropri.

La selezione di portinnesti fittonanti potrebbe invertire la tendenza generale, per fornire radici più profonde. Le radici superficiali favoriscono la vigoria elevata dei germogli, le radici profonde la vigoria moderata e quindi la qualità. Significa sostanzialmente che l’attività degli apici dei germogli dipende dalla struttura e dalla natura del terreno. Un suolo povero, ciottoloso, sciolto, profondo, che consente alle radici di sviluppare la naturale attrazione verso il centro della terra, non può che essere l’ideale per ottenere l’equilibrio fra apici radicali e apici dei germogli. I vigneti equilibrati non hanno bisogno di molti interventi di potatura verde – in particolare di cimatura – e arrestano la loro crescita all’invaiatura.
Queste riflessioni consentono di riaffermare che il terroir vocato resta la condizione necessaria per il raggiungimento della qualità. In questo terroir il clima (sole) e il terreno rappresentano i fattori dominanti nei meccanismi che determinano il genius loci, ossia il genio del luogo che crea la qualità eccelsa, basata sull’equilibrio fra le teste pensanti estreme della vite.

Vi consigliamo la lettura del libro del Prof.Fregoni “VITICOLTURA DI QUALITÀ” (Ed.Tecniche Nuove)