3° Simposio del Sangiovese (Firenze 3-5 dicembre 2008)

CONCLUSIONI DEL PROF. MARIO FREGONI

  1. Il Simposio è risultato di alto livello scientifico e a maggior carattere internazionale, rispetto ai primi due. I relatori stranieri sono stati sedici. Grazie anche alla collaborazione dell’OIV, che ha patrocinato il Simposio.
  2. Il Sangiovese non è stato l’unico attore del Simposio (come nei due precedenti), poiché è stato confrontato con numerosi vitigni “confratelli” internazionali aventi difficoltà di adattamento ambientali, di colore, ecc.
  3. Per la prima volta in un convegno italiano si è ampiamente e approfonditamente discusso del terroir, sia sotto il profilo dell’etichettatura che dei rapporti del terroir con la qualità del vino.
  4. I cambiamenti climatici hanno posto in risalto la necessità di approfondire future scelte a livello geografico, varietale, di tecniche colturali ed enologiche. Il cambiamento dei terroir rappresenterebbe la perdita dell’originalità dei vini.
  5.  La genomica rappresenta una speranza per il futuro, poiché potrebbe fornire varietà più resistenti agli stress abiotici e biotici.
  6. L’analisi sensoriale è stata l’altra novità del Simposio, poiché il tema è stato sviluppato in un’intera giornata, nella quale si è rivelata fondamentale per valutare la tipicità dei vini di terroir, nonché per l’esame finale delle sperimentazioni viticole e metodologiche. Rappresenta il valido completamento dell’analisi strumentale.
  7. La viticoltura di precisione ha confermato l’interesse come strumento capace di studiare i terroir, i vitigni, la loro fisiologia e la maturazione delle uve. Inoltre la viticoltura di precisione può essere utile per razionalizzare gli impianti e la gestione dei vigneti,al fine di ridurre l’impatto ambientale.

Infine mi sia consentito di avanzare due proposte a titolo personale, derivanti anche dal Simposio:

  1. a) è necessario valorizzare maggiormente il terroir in etichetta e ridurre l’uso del vitigno. A tal fine si propone di introdurre nelle denominazioni di origine (principalmente in Toscana, sicuramente la Regione più matura culturalmente e sensibile alle evoluzioni normative e al terroir), la classificazione dei terroir, basata sulle differenze geo-pedologiche, sulla storia e sul merito aziendale e su altri criteri emergenti dalla zona di produzione.

L’attuale legge italiana lo consente, ma nella riforma della 164/92 potrebbero essere inseriti nuovi concetti, derivanti dall’esperienza di altri Paesi in particolare della Borgogna, esempio di successo mondiale della classificazione dei terroir e del loro uso in etichetta.

Questo indirizzo andrebbe contro l’internazionale realtà di utilizzare il nome del vitigno per contraddistinguere le differenze enologiche. Il terroir è tuttavia giuridicamente proteggibile, mentre il vitigno è imitabile a livello mondiale.

  1. b) La seconda proposta riguarda l’edizione di un libro sul Sangiovese, a carattere tecnico-divulgativo, soprattutto indirizzato ai produttori, con la valorizzazione semplificata dei risultati scientifici dei tre Simposi sul Sangiovese. E’ ovvio che l’opera richiederà la collaborazione di molti autori.