La qualità del vino – luglio 2017

Gianfranco Soldera per la rivista Oinos

Sta terminando la primavera che a Case Basse è stata la meno piovosa nei 45 anni che ho trascorso a Montalcino; le viti sono bellissime con ricchezza di foglie con molta sostanza; naturalmente l’assenza di pioggia mi ha consentito di trattare le vigne con zolfo e rame in modo molto limitato; stiamo entrando nel periodo più difficile per la sanità della vite e lo sviluppo ottimale degli acini.

L’assenza di piogge ha limitato la crescita dei fiori melliferi, che ho seminato nei 4 ettari delle vigne di Case Basse ed ho dovuto togliere manualmente tutte le infestanti nate da semi presenti nel letame, è stato un lavoro manuale enorme e difficile ma assolutamente necessario per emendare il terreno e permettere ai semi delle essenze mellifere di germogliare.

Abbiamo continuato a rinfoltire le vigne, operazione molto importante che necessita di massima attenzione sia per la scelta dei barbatelloni sia per la preparazione ottimale del terreno; quest’anno, per la prima volta in 45 anni, ho avuto danni causati alle nuove viti dalle lepri ed ho dovuto inventare una protezione con una leggera rete di ferro nella parte delle viti nuove, dove le gemme e le foglie relative non raggiungevano una certa altezza; in agricoltura si imparano sempre ogni giorno cose che non si conoscono.

In primavera in Italia c’è stata una gelata che ha causato notevoli danni a vigneti esposti a Nord – Nord/Est – Est, piantati in fondo valle e su terreni non adatti alla viticultura; Case Basse è a Sud-Ovest, a circa 300 metri di altezza ed ha terreni particolarmente vocati per la viticoltura perciò non abbiamo subito alcun danno dalla gelata.

Quest’anno a Case Basse, in gennaio, con i nostri importatori del Belgio (Filip Jans, Jeroen Vandensande e Jens Van Vlem di Stappato, giovani molto capaci) ed in giugno con i nostri importatori di Hong Kong, della società inglese Corney & Barrow, importatori di vini da oltre 230 anni (c’erano Adam Brett-Smith, Guy Seddon, Joe Muller, Annabel Berridge, Sara Guiducci, Bryce Fraser, Chris Hodgson, Jerry Cooke, Thibaut Mathieu, Marco Vasquez, Ken Hui, Linda Tan e Wilfried Bourceau)  abbiamo tenuto i convegni:

  1. “Integrazione di tecnologie post-genomiche per la selezione e la caratterizzazione di ceppi enologici di Saccharomyces cerevisiae autoctoni” relatrice la Prof.ssa Annalisa Santucci – Ordinario di Biochimica all’Università di Siena.
  2. “Vino & Salute. Il ruolo dei microrganismi” relatore il Prof. Massimo Vincenzini – Ordinario di Microbiologia all’Università di Firenze.

La professoressa Santucci, tra l’altro, ha introdotto il concetto del  “Proteoma: quali e quante proteine sono espresse, quando sono espresse e come sono fatte nella loro forma funzionale” evidenziando IEF – focalizzazione isoelettrica – che separa le proteine in base al loro pl e SDS-PAGE che separa le proteine in base al loro peso molecolare.

Il Professor Vincenzini ha parlato, in sintesi, di:

  • I lieviti ed i batteri presenti in vinificazione e maturazione NON modificano significativamente i profili antocianinico e flavonolico, cosicchè questi possono essere usati per l’autenticazione varietale di un vino;
  • I lieviti svolgono un ruolo decisivo nel determinare il tenore in molecole bioattive di un vino, agendo prevalentemente sugli amminoacidi;
  • Durante la maturazione, la maggior parte delle molecole bioattive subisce una certa riduzione, come conseguenza della loro azione protettiva contro l’ossidazione del vino;
  • Tuttavia, durante la maturazione, si formano polifenoli polimerici più stabili (dimeri – eptameri) con potenziali effetti benefici sulla salute: su questi si sta focalizzando l’attenzione della comunità scientifica.

Le relazioni ed il dibattito molto attivo da parte dei partecipanti ha riempito tutti i tempi dei convegni e sono particolarmente felice dell’ottima riuscita degli eventi.

Sono trascorsi oltre 10 anni dal 9 gennaio 2007 quando Apple presentava il suo primo melafonino e Steve Jobs dichiarava di aver unito 3 dispositivi rivoluzionari in uno  lo aveva chiamato iPhone; cambiando così la vita a miliardi di persone che usano abitualmente iPhone.

Bambini, giovani, adulti, donne e uomini portano il mondo in tasca; il super-computer IBM programmato dagli ingegneri del MIT di Boston, per portare sulla Luna e ritorno le missioni Apollo negli anni 60 e 70, era grande come un SUV, costava 3,3 miliardi di dollari ed aveva 64mila byte di memoria contro i 256 milioni di disponibili oggi nei modelli top di smartphone ed un processore in grado di utilizzare 3,36 miliardi di informazioni al secondo, un iPhone attuale potrebbe guidare a destinazione non uno, ma 120 milioni di navicelle Apollo.

Ma quanta di questa conoscenza viene usata dall’uomo? E come sarebbe possibile che l’uomo utilizzasse di più questa potenza enorme?

Chi e come potrebbe insegnare ai bambini ed ai ragazzi l’utilizzo di questa enorme conoscenza?

Domande alle quali io non so rispondere ma che, a mio avviso, avrebbero bisogno di studi e risposte molto approfondite.

Cosa ne pensate?