Dalla rivista “Il Chianti e le terre del vino” – di  G. Soldera

In questo articolo svilupperò sempre dal mio punto di vista, che è quello di proprietario, viticultore, vinificatore, imbottigliatore, altri aspetti della qualità del vino approfondendo l’importanza,  anzi l’essenzialità della terra dove piantare la vite:

  1. a) terreno povero in superficie;
  2. b) molto drenante;
  3. c) ricco di frantumatori;
  4. d) ricco di minerali;
  5. e) la vite in estate deve soffrire la siccità superficialmente ed è così costretta a cercare l’acqua in profondità in modo che con l’acqua assorba anche i minerali;
  6. f) cercare un terreno non vitato in zone particolarmente vocate, in modo da poter studiare molto approfonditamente il suolo, il sottosuolo, l’esposizione, il possibile inquinamento, i venti, la situazione climatica, la luce, la frequenza della grandine, i boschi vicini.

Naturalmente le Università che studiano questi problemi approfondiscono scientificamente con ricerche, sperimentazioni, studi e pubblicazioni  queste tematiche e per chi ne volesse sapere di più posso consigliare i trattati di M.Fregoni, D.Schuster, A.Paoletti “Terroir, Zonazione, Viticoltura” e di M.Fregoni “Viticoltura di qualità” entrambi Ed.Phytoline e quello di M.Vincenzini, P.Romano, G.A.Farris “Microbiologia del vino” Ed.Ambrosiana, che tanto mi hanno insegnato; debbo peraltro ripetermi non si deve mai violentare e stravolgere il terreno, non si deve mai pensare all’intensivo ed estensivo, ma sempre alla piccola dimensioni, anche assecondando il terreno.

A questo punto la qualità impone una rigorosa preparazione del terreno, perciò:

  1. a) assolutamente vietati i diserbanti, ma solo lavorazioni superficiali per estirpare le infestanti;
  2. b) letamazione con integrazione di minerali (se occorrono); interramento; semina di essenze da sovesciare anche per emendare il terreno;
  3. c) scasso con escavatore con contemporaneo spietramento manuale da farsi in pieno solleone, in ogni caso con terreno assolutamente asciutto;
  4. d) affinamento, con mezzi idonei a quel terreno, della superficie con relativo nuovo spietramento manuale;
  5. e) dobbiamo avere ben presente che una vigna deve durare oltre 50 anni e qualsiasi errore nella preparazione del terreno pregiudica la durata della vite e perciò viene diminuita la qualità del prodotto uva e del corrispondente prodotto vino.

Impianto, altro tema centrale ed importantissimo:

  1. a) studio dei migliori portainnesti per quel particolare terreno, in funzione dell’habitat specifico e della qualità finale delle uve, perciò quantità, peso, conformazione del grappolo e degli acini;
  2. b) marze di viti autoctone ambientate in quella microzona con quel microclima da tantissimi anni;
  3. c) tenere ben presente che qualsiasi prodotto che si produce ovunque, che non risente delle variabili clima-terra, che è replicabile, copiabile, sempre uguale è sicuramente un prodotto di poca qualità e manca completamente dei requisiti indispensabili per un prodotto di grande valore che sono la rarità, l’unicità, la diversità, la tipicità, la identificabilità;
  4. d) la preparazione delle buche per la piantagione manuale delle barbatelle è una altra operazione delicatissima che incide notevolmente nella durata, forza e sanità della vite e dell’uva; la composizione terra/letame, il drenaggio e la friabilità della terra sottostante e circostante alla vite piantata sono essenziali e richiedono manodopera esperta, concentrata e soprattutto la attenta e costante presenza del proprietario viticultore; naturalmente il costo di queste operazioni è di circa 10 volte superiore all’impianto con le macchine; è inoltre da tenere presente che se non si ha manodopera esperta che pianta,  è meglio fare l’impianto con le macchine; ma nel tempo i risultati sono diversi.

Le operazioni che ho sopra riportato sono sempre state eseguite da agricoltori attenti, se leggiamo gli antichi trattati ci rendiamo conto che l’uomo capace ha sempre riconosciuto come fare agricoltura di qualità, certamente ora è indispensabile essere sin dall’inizio seguiti passo passo da ricerche con Università, in particolare facoltà di viticoltura e microbiologia, su tutte le operazioni che si studiano e man mano si eseguono e ciò comporta un grande arricchimento alla società e ai giovani ricercatori che possono così prepararsi adeguatamente ad entrare nel mondo del lavoro.

Il mondo agricolo deve aprirsi sempre di più alla ricerca ed alla sperimentazione anche con le facoltà di medicina e di economia poiché ritengo che la salute dell’uomo inizi nei campi e che una consapevole gestione economica dell’agricoltura porti ad enormi benefici per tutta la comunità.

Resto a disposizione per aprire confronti e discussioni sul tema.