La qualità del vino – gennaio febbraio marzo 2013

Dalla rivista “Oinos” – di  G. Soldera

Inizio questo articolo pensando a quanto è successo nella mia cantina ai primi di dicembre del 2012, in questi pochi mesi, per la mia famiglia, è cambiato il mondo; dolore, rabbia, incredulità sono state le sensazioni immediate, ma subito grandissima volontà di reagire, di combattere, di non piegarsi, anzi di dimostrare, prima a noi stessi, poi al mondo, la nostra forza, la nostra determinazione, la nostra volontà di continuare a produrre il nostro vino esclusivamente con le uve delle nostre vigne di Sangiovese, volontà  così forte e univoca da superare ogni e qualsiasi avversità.

La solidarietà che subito ci è stata dimostrata da tutto il mondo, non solo vitivinicolo, ci ha fatto capire che lavorare esclusivamente per la qualità è molto apprezzato e riconosciuto, sicuramente molto di più di quanto potessi pensare, soprattutto all’estero.

La ferita è naturalmente ancora aperta e penso si chiuderà solo quando avremo ancora dieci grandi botti piene del nostro vino.

La situazione climatica, dopo la vendemmia, ci ha permesso in ottobre di lavorare tutte le vigne e zappare manualmente tutti i filari, lasciando scoperto il punto di innesto, in modo che i parassiti non possano annidarsi ed il freddo disinfetti tutte le viti, operazione che ritengo importantissima per la salute delle viti.

Da novembre è iniziato a piovere con un’insistenza tale da impedirci di concimare e il terreno bagnato ha rallentato sia la potatura che l’uscita dei tralci, operazioni che, peraltro, sono state portate a termine alla fine di febbraio. Siamo inoltre riusciti, con molta fatica, a innalzare la parete di appoggio dei prossimi tralci con relative foglie per migliorare la gestione fogliare dei vigneti, come avevo studiato nel 2011/2012. Le sperimentazioni, condotte dal Prof. Vincenzini su questo tema, mi confortano, ma certamente le mutazioni climatiche, che studio e sperimento a Case Basse da oltre vent’anni, diventano sempre più violente e più veloci nel tempo. Debbo aggiungere che il mio dispiacere maggiore nella distruzione dei mei vini è per l’annata 2012, poiché, malgrado l’intensità e la durata del caldo sia stata maggiore del 2011, sono riuscito a produrre un vino eccezionale e ciò è dovuto soprattutto agli accorgimenti di gestione dei tralci e delle foglie, che avevo messo in atto.

Ritengo che il clima porterà sempre più a difficili condizioni di gestione del vigneto, con assoluta necessità di lavorazioni manuali, sempre più difficili, che richiederanno manodopera super specializzata, capace di conoscere l’esigenza di ogni singola vite e che dovrà esser capace di usare il cervello, gli occhi e le mani (tutte cose che le macchine non hanno).

La situazione economica/politica è pericolosissima e purtroppo non vedo statisti che siano in grado di affrontare le enormi difficoltà di questi momenti, il centrosinistra non ha ancora capito che l’elettore italiano non voterà mai come presidente del Consiglio un ex comunista, mentre il centrodestra non riesce a liberarsi da Berlusconi. Entrambi non riescono a capire che il cittadino è nauseato dalla classe politica. Risultato finale, l’Italia affonda. Purtroppo la speranza, che avevo espresso nel mio articolo XXXI dell’ottobre 2011/marzo 2012, che gli interessi e i diritti universali di tutti i cittadini prevalgano sugli interessi particolari di caste e categorie, non si è avverata.

Vorrei affrontare un tema che ritengo importantissimo per la libertà d’impresa, di concorrenza, di economia: nella Grande Distribuzione Organizzata sempre di più vengono vendute merci con marchi della stessa G.D.O., che peraltro non produce direttamente, ma fa produrre a terzi, che hanno poco potere contrattuale nei confronti della G.D.O. stessa e ciò, a mio parere, limita la concorrenza delle piccole e medie imprese, che non riescono più a produrre quelle merci offerte alla G.D.O. a prezzi remunerativi e limita la concorrenza della grande industria, che ha costi più elevati (stipendi, controlli maggiori, pubblicità, reti di vendita, costi di ricerche, ecc…). Tutto questo porterà non un beneficio per il consumatore, ma un peggioramento del prodotto e, quando i marchi saranno pochi, anche aumenti di prezzi per lo stesso consumatore, con un danno enorme per l’economia.

È stato eletto il nuovo Papa Francesco, che, a mio avviso, ha dato subito grandi segnali di cambiamento:

1) È argentino, proviene per la prima volta dal Terzo Mondo.

2) È gesuita, sicuramente proviene dai sacerdoti più acculturati.

3) Ha scelto il nome di Francesco (anche questo per la prima volta), Santo della povertà, della natura, della lotta alla corruzione di Roma e qui vorrei ricordare ai politici di tutta Italia che il Papa ha scritto un libro nel 2005 “Guarire dalla corruzione”, dove ha scritto: “La corruzione corrode la politica, l’economia, la società, arriva a minacciare la stessa Chiesa.” Le parole del Papa sono severe e semplici: meglio peccatori, che corrotti. Perché dal peccato si può esser perdonati, dalla corruzione no: se ne deve guarire, proprio come un male. Queste parole sono particolarmente importanti per il momento storico italiano, che vede tanti elettori  votare politici corrotti e corruttori di giudici, di deputati, di donne, di pubblici ufficiali e così via. Speriamo che questi scritti siano di aiuto alle persone oneste e aprano gli occhi alle persone in buona fede.

La situazione economica sta peggiorando velocemente, nei primi due mesi del 2013 sono stati chiusi settemila esercizi tra bar, alberghi, ristoranti e ciò è avvenuto soprattutto nelle regioni più ricche: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte. La Banca d’Italia ed il Fondo Monetario Internazionale prevedono, per il 2013 italiano, la perdita di 7 punti di P.I.L. e di 600mila posti di lavoro e naturalmente questi dati possono peggiorare, stante l’incertezza politica che stiamo attraversando.

In tutta Europa si stanno scoprendo frodi alimentari, dalla carne di cavallo spacciata per bovina, alla bistecca fiorentina che proviene dalla Romania, dalle uova bio tedesche che non sono biologiche, dai salmoni O.G.M. che sono due o tre volte più grandi del normale e crescono molto più rapidamente delle specie originali. Totale 20milioni di chili di alimenti sequestrati nel 2012 per un valore di 468milioni di euro, oltre a ottomila tonnellate di olio sequestrate in Toscana. Dobbiamo inoltre rimarcare ed evidenziare che, nel mondo occidentale, circa il 50% del cibo acquistato non viene consumato e finisce nella spazzatura, forse dovremmo cominciare a pensare che il sistema di alimentazione occidentale deve essere completamente cambiato (da tempo io sostengo che bisogna abolire i frigoriferi, ma questa è, per il momento, solo una mia provocazione).

Sarei molto lieto di ricevere critiche, provocazioni, suggerimenti, idee diverse su quanto ho scritto.

P.s.: riporto il nostro comunicato stampa con l’esito del processo e le dimissioni dal Consorzio del Brunello di Montalcino (nella home page del sito si veda il Comunicato del 22 marzo 2013).